A proposito di riprese, nuovi inizi, ritorno dalle vacanze e cambiamenti ...
Tratto dal libro "S. La nave di Teseo" di J.J.Abrams e D.Dorst #cambiareprospettiva #settembre #fineagosto #lettureinteressanti #libriinteressanti #lanavediteseo
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Per i più è ricominciato il lavoro.
In questi giorni pullulano sul web i "rimedi" per affrontare al meglio il rientro (provate a googlare queste parole e troverete una infinità di risposte). Addirittura si citano i termini "disturbo da stress" post vacanze (!) e depressione (?), e vengono sciorinati dati Istat su quanti soffrono il ritorno al lavoro. Andiamoci piano, insomma. Il rientro al lavoro non ha tanto a che fare con la fine delle vacanze in sé, ma piuttosto con la nostra quotidianità, con il nostro senso del dovere, i ruoli, le nostre aspettative (nostre su noi stessi o quelle altrui su di noi). Non a caso alcune ricerche condotte sui lavoratori osservano come l'effetto "benefico" delle vacanze duri davvero molto poco. Non c'è un modo magico per ri-immergerci in tutto questo e fare scomparire ciò che ci stava stretto prima (nonostante magari sperassimo che le vacanze facessero proprio questo per noi). Non per forza deve essere un rientro con mille progetti (settembre e gennaio ne sono sempre pieni!), non per forza dobbiamo iniziare carichi. Va bene trovare il nostro modo ...qual è il tuo? 📝 Psicoesercizio Come sei ripartito/a e come ti sarebbe piaciuto farlo? Vacanze terminate! Quest'anno non ci siamo fatti mancare proprio nulla. Domani riprendo il lavoro, oggi è giorno per rivedere gli appunti, preparare la mente ad essere operativa, riprendere in mano tutto ciò che avevo lasciato ormai più di un mese fa e riguardarlo con occhi nuovi.
Spesso le vacanze vengono descritte come quel periodo per ricaricare le energie, per staccare la spina, per riposare e divertirsi (quasi un dogma).
So bene che i ritmi della nostra società permettono ben poche altre alternative e che per molti le vacanze non ci sono nemmeno. Penso che a volte staccare è impossibile o difficile, che divertirsi non dovrebbe diventare un dovere o un piacere di pochi giorni, che non ci si dovrebbe spremere ed esaurire le energie durante i mesi precedenti come fossimo macchine da poter ricaricare, ma si dovrebbe avere il diritto di rispettare i propri tempi ed i propri bisogni, compatibilmente con i tempi dei nostri doveri. Sento già delle voci arrivare: a volte non c'è altra scelta, e lo riconosco. Alcune volte le scelte che non ci fanno stare bene sono le uniche che ci sembrano abbiano un senso. Ci sono dei cambiamenti ideali che dovrebbero arrivare dall'alto (penso ai ritmi e alle condizioni lavorative) ma, come sempre, si può solo modificare ciò che è nelle nostre mani. Allora mi sono scritta un promemoria per il mese di agosto, che vorrei portarmi dietro anche i prossimi mesi. Perché non vorrei aspettare tutto l'anno le vacanze come unico periodo felice (che poi tutte queste aspettative che sapore lasciano?), ma vorrei che ogni mese fosse un po' "vacanziero" a suo modo. Lo condivido anche con voi: che ne pensate? La vacanza in Puglia mi ha regalato l'occasione per rivedere una persona conosciuta anni fa, con cui si è condiviso un breve ma intenso percorso, una esperienza (quella del servizio civile all'estero) che modifica, unisce, contrasta, mette punti, virgole e domande.
Simona mi ha accolto con un pacchetto pieno di delizie: friselle, taralli dolci e salati, vino! Anche il cibo può unire. La cucina riconosce il valore di ogni singolo ingrediente. L'unicità di ogni ingrediente abbraccia l'altro, alla ricerca di un'unione armoniosa. Ogni giorno, a metà pomeriggio, come un orologio svizzero, forse per la noia dello stare sempre con noi genitori o la voglia di altro, Vera inizia a camminare sulla spiaggia in cerca di persone con cui interagire. Ha tampinato soprattutto femmine: ragazzine, giovani donne, mamme, nonne.
Noi, ovviamente, dietro di lei. E così, dopo Vera che esordisce col suo "ciao" che sembra più un "ciau", dopo frasi di circostanza, si inizia piano piano, quasi in punta di piedi, ad entrare nelle storie di vita delle persone. C'è stata la nonna coi capelli bianchi e gli occhi azzurri come il mare a cui Vera si è messa in braccio e con cui si sono scambiate coccole a vicenda. La mamma di tre figlie femmine a cui Vera ha scroccato delle crocchette di patate per merenda, con cui si è parlato dell'essere mamma. La ragazzina con cui ha giocato con uno spruzzino e quella che ha riempito di sabbia. La famiglia milanese, con cui si è parlato, ahimè, di Covid. La maestra di asilo Anna, che dalla Puglia è salita fino a Trento per lavoro, trovando poi l'amore del montanaro Paolo a cui piace il mare. Poche parole, poche frasi eppure ricchissime di ciò che una persona ha vissuto, di ciò che si porta con sé, anche in spiaggia, oltre al telo e all'ombrellone. E se all'inizio mi costava fatica ( io che in spiaggia cerco quasi la solitudine) a poco a poco è stato divertente trovarsi a pensare "chissà oggi Vera chi sceglierà"! Vi è mai capitato, come genitori, di ricevere commenti su ciò che state facendo con i vostri figli?
In questa vacanza mi è capitato spessissimo. È successo che mi si dicesse "stia attenta a lasciare sua figlia camminare sola che passano macchine" quando Vera ha attraversato l'ingresso di un parcheggio sotto il mio sguardo per raggiungere il papà dall'altro lato. È successo che mi dicessero "ah, è lei la mamma, pensavo fosse sola questa bambina" solo perché camminavo un metro dietro Vera per lasciarla libera di esplorare la spiaggia. È successo che mi dicessero "stia attenta che non cada in acqua" quando, seduta sul bagnasciuga, osservavo Vera prendere confidenza con le onde. Ammetto che ho avuto due tipi di reazioni: da un lato tutto ciò mi ha infastidito, ho sentito calpestare i miei "confini" genitoriali (nonostante abbia percepito le buone intenzioni) e, un po' provocatoriamente, ho pensato: ma perché succede sempre a me che sono la mamma e non al mio compagno? E se nei panni di Vera ci fosse state un bambino maschio? Sarebbe stata la stessa cosa? Dall'altro lato frasi simili, che rimandano chiaramente ad uno stile educativo, ripetute, mi hanno smosso dei dubbi su ciò che stavo facendo. Ma, come succede spesso, ciò che una persona dice, racconta più della persona stessa che di ciò che sta parlando. Racconta come vedono il mondo, sulla base delle loro esperienze e di ciò che hanno appreso. Racconta delle loro paure, delle loro preoccupazioni. Racconta delle aspettative che hanno sul come si fa o non si fa i genitori. E allora che si può fare? mi sono chiesta. Forse può valere la pena prendere in prestito qualche loro prospettiva, provare ad osservarla, segnare le cose che ci potrebbero essere di utilità e poi arricchire la nostra. Voi che ne pensate? |
Emma Montorfano
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Febbraio 2023
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