Chi ama curare fiori e piante sa che ognuna ha bisogno di attenzioni particolari: il tipo di terreno, l'esposizione alla luce, la necessità di acqua. Se si sbaglia qualcosa, le piante sanno farsi capire: foglie secche o gialle, niente fiori, rami spogli.
A volte ci vogliono un po' di tentativi prima di riuscire a trovare la formula perfetta affinché una pianta possa rifiorire di nuovo in pienezza. La stessa cosa possiamo fare con noi stessi : quando sentiamo che le condizioni in cui viviamo non ci fanno stare bene ( siano esse le relazioni, il lavoro, o altri ambiti) possiamo provare a cambiare qualcosa. Il primo passo è osservare e ascoltare ciò che il nostro corpo comunica ( come tensione, dolori, insonnia ...) e cercare di individuare quali bisogni sentiamo non essere ancora soddisfatti. Cosa possiamo cambiare affinché si ritorni a fiorire? Come possiamo prenderci cura di noi stessi? Oggi, nelle storie, vi proponiamo questo ultimo "ingrediente" , la cura di sé, importante per la nostra crescita! @annagigliarano_psicologa @valentina_rocchio Vi lascio altri spunti qui
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Quando arriva il caldo, istintivamente mi tornano in mente di ricordi dei miei anni passati in Camerun. E mi metto a preparare quello che loro chiamano "foleré": infuso di fiori di ibisco o karkadé.
Ghiacciato, con una spruzzata di lime e zucchero, da bere con sottofondo musicale "On vous connaît" di Patience Dabany: se chiudo gli occhi sono ancora là! "Non si ricordano i giorni, si ricordano gli attimi" Cesare #Pavese "Viviamo perennemente nel ricordo delle nostre storie, quali che siano le vicende che raccontiamo" Michael Ondaatje
Prima di preparare una torta, penso sempre un sacco. Cosa vorrei mangiare, che sapori abbinare, come decorare.
È un vero e proprio processo di scelta. Se vogliamo, una metafora di ciò che ci accade quando dobbiamo prendere decisioni nella nostra vita. A volte si improvvisa con quello che si trova in casa, altre volte si fa la lista della spesa. A volte replichiamo pari pari una ricetta pesando diligentemente tutti gli ingredienti, altre volte andiamo ad occhio. A volte abbiamo bisogno di sapori familiari, conosciuti, altre volte azzardiamo. Niente è giusto o sbagliato: la vera domanda che dobbiamo farci è se siamo soddisfatti! Domani sarò ciò che oggi ho scelto di essere. (James Joyce) Ti è mai capitato di dire SI contro voglia? Di voler dire un bel NO ma non riuscirci? Di sentirti "invaso/a" dagli altri? Di non riuscire a tenere fuori dai tuoi spazi gli altri?
In tutti questi casi stiamo parlando dei nostri confini personali. Non sono mai fissi e rigidi, ma cambiamo col tempo, coi nostri bisogni e la nostra crescita. Non sono uguali per tutti e stabiliti a priori ma vengono modulati e ridefiniti a seconda delle relazioni e del momento. Quando riusciamo a rispettare i nostri confini, ci sentiamo bene con noi stessi. Essendo immersi nelle relazioni, i nostri confini incontrano quelli dell'altro, i nostri bisogni quelli degli altri. Ed è qui che nascono i compromessi, i NO che diventano sì o viceversa, le paure, le incomprensioni. Oggi nelle storie abbiamo provato ad usare la metafora della casa e dei cancelli per proporvi qualche domanda di riflessione. Volete condividere la vostra esperienza? Una delle grandi opportunità di fare psicoterapia con persone di origine straniera è che, per forza di cose, ti mettono di fronte a tutto ciò che è intrinseco della tua cultura: stereotipi, tradizioni, pensieri, significati.
Come se avessi davanti a me uno specchio: si vedono limpide le differenze, i confini, le figure e gli sfondi, quando si decide di osservare con attenzione, e non dare nulla per scontato quando non si cade nel "tanto so già com'è" ma ci si lascia guidare dalla curiosità, anche nei confronti di ciò che si crede di conoscere così bene, e quando si rassicura la propria paura di trovare qualcosa che non ci piace che, male che vada, si può sempre modificare qualcosa. Capita che il lunedì Vera vada col papà al mercato. Oggi è stato il mio turno e ho scoperto che loro due hanno le loro tappe fisse, Vera si è premurata di indicarmele diligentemente tutte.
Prima il bar: caffè e giornale per il papà e spremuta con brioche per Vera. Dopo la spesa, la capatina a salutare dei cagnolini lì vicino, ed infine fermata al parchetto. All'inizio non avevo proprio capito perché mi indicasse il bar e lei si è opposta, si è messa a piangere, chiamava il papà. È stato solo successivamente che ho iniziato a collegare ciò che mi indicava con i racconti che mi facevano le scorse volte al loro ritorno. Che belli questi rituali familiari! La certezza di trovare sempre le stesse cose quando si uscirà, il piacere di farle ogni volta un po' diverse, di sapere però che si starà insieme...e che questi diventeranno bei ricordi! Voi avete qualche rituale familiare? Qualche abitudine o routine quotidiana? Domani inizia ufficialmente l'estate, sarà il giorno con più ore di luce dell'anno!
📝 Psicoesercizio Che programmi avete per questi caldi mesi? Quali desideri? Di cosa avete bisogno? Quali sono le piccole e le grandi cose che vorreste trovare in questa estate? Io inizio col fare una scorpacciata di ciliegie! #summertime #ilblocknotesdellapsicologa #ciliegie #estate2021 #estate #giugno #giugno2021 #fruttafresca #nofilter #coloridellanatura #coloridellestate #desideri #psicoesercizi #psicoesercizio Vi è mai capitato di immaginarvi diversi? Di sognare di essere più... bravi belli intelligenti capaci (inserisci l'aggettivo che vuoi tu)?
Ecco, quando lo facciamo, lì dentro ci mettiamo una parte di nostre aspettative su noi stessi, delle aspettative che sentiamo gli altri hanno su di noi e ciò che vorremmo essere, l'immagine più bella di noi stessi, ovvero il nostro "sé ideale". Questo ideale di noi stessi ci guida nel porre degli obiettivi che ci soddisfino ma occorre stare attenti affinché non diventino troppo disancorati alla nostra realtà. E nella relazione cosa succede coi sé ideali? Può capitare di avere delle aspettative su di noi e sull'altro, su come vorremmo essere, su cosa l'altro dovrebbe fare e così via. A volte queste aspettative sono raggiunte e stiamo bene. Altre volte sono invece disattese e questo può portare senso di colpa ("non sono come tu mi vuoi") insoddisfazione o tradimento ("non sei come credevo tu fossi") e un generale malessere nella relazione. Può capitare anche nella relazione con i figli, quando li investiamo di aspettative che forse però riguardano più noi e i nostri sogni che loro. Oggi nelle storie su Instagram abbiamo condiviso proprio questa tematica: raccontaci la tua esperienza! Mi sono commossa leggendo queste righe: la descrizione dell'amore tra una bambina, senza più mamma e papà, e l'unica suora che, nel convento, riesce a relazionarsi con lei come una figura materna.
Mi sono commossa pensando a quanta mancanza ha sofferto la protagonista, a quanto sono stati preziosi per lei e per il suo diventare adulta quegli scambi di affetto. Quanto è vitale avere qualcuno che ci guardi con gli occhi pieni di amore e da guardare con altrettanta intensità. Mi sono commossa, perché, nonostante le mille differenze, quel "bene" è come quello che ci scambiamo anche io e Vera e fino a quando sentirò che c'è, potremo fare un passo dopo l'altro! |
Emma Montorfano
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Febbraio 2023
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