Oggi ripensavo alla prima vacanza fatta con Vera ( lei aveva 8 mesi) I primi giorni erano stati un disastro: lei piangeva spesso, era nervosa e noi pure perché cercavamo di fare le vacanze come le avevamo sempre fatte.
Ci sono voluti un paio di giorni per riuscire a riassestarci e a modificare orari pause attività giri. Non è stato semplice rinunciare alle vecchie abitudini. Lo scorso anno mi sono goduta molto di più i ritmi della vacanza. Quest'anno stiamo cercando un buon compromesso tra nostri bisogni e quelli di Vera e devo ammettere che sta funzionando! 📝 Psicoesercizio È mai successo anche a voi di dover cambiare abitudini e di averci messo un po' di tempo? cosa avete scoperto di nuovo? Vi sono piaciuti i compromessi?
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Oggi in spiaggia ho sentito un papà dire al proprio figlio "Avresti dovuto usare la testa!". Non ho visto tutta la scena, immagino si riferisse a qualcosa che il bambino aveva combinato e che non avrà avuto un esito diciamo positivo! Ma non è strettamente sulla parte educativa che vorrei soffermarmi.
Subito mi è venuto spontaneo pensare "va bene la testa, e il cuore? Dove lo mettiamo?" Siamo spesso abituati a distinguere razionalità ed emotività, testa e cuore, spesso connotandoli positivamente/negativamente. E quando si fa qualcosa di istinto, motivato dalle nostre passioni, e va "male", ci diciamo che avremmo dovuto soppesare di più la nostra scelta, come se ciò che proviamo non fosse stato legittimo. Dimentichiamo che siamo noi nella nostra interezza a fare le cose come le facciamo, e che testa e cuore sono collegati (fortunatamente) da un filo preziosissimo. Tu senti che nelle scelte che fai parla di più il cuore o la testa? [la moretta] É morta per un amore infelice. Ha cantato e gridato gagl gagl per tutta la notte per la sua amata, poi è venuto un altro e gliel'ha portata via e allora lui ha cacciato la testa sott'acqua e si è lasciato andare alla corrente".
"Non è vero" gridò Sofia e si mise a piangere. "Le morette non possono annegare. Racconta com'é andata veramente" Allora la nonna disse che l'uccello aveva semplicemente battuto la testa contro una pietra: cantava e cantava così sfrenato che non aveva badato a dove andava, e così era successo quel che era successo proprio nel momento in cui era al massimo della felicità. Tratto da "Il libro dell'estate" di Tove #Jansson Quanta paura abbiamo di perdere la nostra felicità? Riusciamo a viverla comunque o la paura ci fa stare sempre un passo indietro? Io sono una da foto facile: mi piace fotografare (senza nessuna pretesa professionale) tutto e subito, e in questo la tecnologia mi ha reso le cose più facili, anche se poi i risultati non sono sempre come vorrei (a volte ho davvero l'impressione che l'occhio umano riesca a cogliere e a dare quella sfumatura che un obiettivo non potrà mai).
Il mio compagno invece è un tipo da foto lente. Usa ancora una macchina fotografica con rullini, le sue foto sono pensate, attese, preparate e calibrate a seconda di luce, lontananza, effetto da creare. Questa differenza dice tanto di noi, di come viviamo certe situazioni della vita, della coppia e anche della genitorialità. Mi piace pensare che ci si compensi, che ci servano sia le mie foto sia le sue, anche e soprattutto quando si ritrae la stessa cosa. Farina, acqua, zucchero e lievito: niente di più semplice! Ecco la pasta che abbiamo realizzato io e Vera ieri.
Mescolare gli ingredienti, impastare, aspettare la lievitazione! Che grande esercizio è la cucina: ti chiede di rispettare i tempi del riposo, di lasciare che la chimica e la natura facciano il loro corso. E quante volte invece noi andiamo di fretta, non solo fisicamente ma anche mentalmente, mentre avremmo bisogno di rallentare, di lasciarci sorprendere dall'aspettare e dallo stare. Abbiamo poi steso la pasta col mattarello, farcito con la confettura di albicocche della nonna Marina e arrotolato. Tutti esercizi di manipolazione per i bambini, che richiedono impegno e precisione. In forno qualche minuto e poi zucchero a velo per finire: che soddisfazione! Che ne dite? Noi siamo arrivati quasi alle porte delle nostre vacanze ... Ancora qualche giorno di lavoro e poi via dalla città!
Sta salendo un po'di stanchezza e tanta voglia di viaggiare. Anche le classiche attività che ci avevano impegnato i mesi scorsi (soprattutto passeggiate al parco e giochi d'acqua) iniziano ad annoiare un po'... così ogni giorno cerco di fare con Vera qualcosa di diverso! Oggi ci siamo divertite con pasta lievitata e mattarello! Manipolare un materiale è, come sostiene la psicomotricista @valentina_rocchio , "un'esperienza simbolica legata al cambiamento e al movimento" Pasta che cambia forma, che si modella attraverso i nostri gesti, che si trasforma a seconda degli ingredienti e delle temperature... Vedremo tra un po'il risultato che uscirà dal forno! Come state vivendo questi caldi giorni di luglio? Riuscirete a fare qualche vacanza? A volte abbiamo bisogno di "ricentrarci", di mettere noi stessi al centro del nostro sguardo e delle nostre attenzioni. Che non significa essere insensibili o perdere i propri valori.
Ma significa riconoscere che abbiamo bisogno anche noi di cura ed attenzione. A volte non esprimiamo ciò di cui abbiamo bisogno perché pensiamo che non saremo ascoltati, capiti, accolti. Gli sguardi degli altri ci fanno sentire strani, diversi, a volte senza valore. Proviamo allora a ripartire da noi stessi al centro, considerandoci come il tronco di un albero i cui rami protendono verso il mondo, gli altri, i sogni. "Lunedì è il giorno dei bilanci, dei propositi e delle decisioni.
E’ il piccolo capodanno della settimana" Fabrizio #Caramagna È nella colonnina riservata al lunedì sulla mia agenda che segno tutte le cose da fare in settimana. Alcune finiscono ancora prima di essere iniziate. Altre vengono riscritte settimana dopo settimana, in attesa che arrivi finalmente il loro turno per essere spuntate come ✅fatte. Capita anche a voi? |
Emma Montorfano
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Febbraio 2023
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