Mamma, mi fai? Mamma mi aiuti? Mamma mi guardi? Mamma? Maammaaaa?
Uh, quante volte ci sentiamo chiamare in una giornata dai nostri figli! Ogni mamma conosce bene questa sensazione! I piccoli, come scrive la psicomotricista Valentina Rocchio, hanno bisogno della mamma (e del suo tempo) per soddisfare i propri bisogni. Quando diventiamo genitori mettiamo da parte i nostri bisogni individuali per dare spazio a quelli dei figli. Questa sensazione può fare piacere, innervosire, stancare, a seconda di tanti fattori. Ogni tanto vorremmo staccare la spina, ci sembra di non avere più energie, neppure dieci minuti al giorno per noi stesse. La psicologa Anna Gigliarano evidenzia bene come i bisogni dei figli possano influenzare quelli dei genitori e viceversa! Ecco che allora nella quotidianità diventa difficile ... Io non ho ricette magiche, né risposte o suggerimenti pratici su come gestire il vostro tempo (siete bravissimi da soli!) Mi piacerebbe però lanciarvi delle domande : Come mai e quando avete deciso che il tempo per voi poteva farsi da parte? Come mai e quando avete deciso che tutto il tempo, anche quello immaginato, quello potenziale, va dedicato ai figli? Che mamme e papà vi sentireste ad usare del tempo per voi e non per i vostri figli? Cosa cambierebbe in NOI e intorno a noi se dedicassimo un'ora, due ore, a noi e solo noi stessi?
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Oggi ho avuto un colloquio con un ragazzo originario del Senegal. È sempre un arricchimento per me confrontarmi con una cultura diversa.
Diverso è il modo di concepire il tempo: non come qualcosa da organizzare, programmare, sfruttare al massimo per produrre e fare, ma come qualcosa che inevitabilmente passa ed è al contempo certezza, il sole sorgerà sempre domani. Non si corre il rischio di "sprecare" il tempo, un'ora prima o dopo non cambia. Diverso è anche il modo di prepararsi ad una partenza: solitamente cerchiamo di salutare tutti e tutto, lui ha informato solo i genitori, perché si fa così, per scaramanzia, meglio non attirare il malocchio degli invidiosi. Quante diversità, a volte mi piacerebbe riuscire ad alternare, ad affrontare le giornate e gli eventi con una o l'altra prospettiva. Mani in pasta ...
⚡Spesso manipolare la pasta funziona da antistress e scarica la tensione. 👶🏻Può essere un' attività da fare insieme ai più piccoli di casa o, come capita spesso a me, quando sono sola e penso alla merenda per Vera e il suo papà. 👐🏻Mentre impasto mi piace affondare le mani nella pasta morbida ed elastica, darle una forma, osservare come lievita con il calore e ... il tempo! ❤️Le sensazioni piacevoli al tatto si mischiano al pensiero di mia figlia che gusterà contenta il frutto del mio lavoro e alla consapevolezza che la cura passa anche dal cibo. É quando c'è armonia tra pensieri e sensazioni corporee che sentiamo di stare bene. A voi capita? a cosa pensate mentre cucinate? Che sensazioni vi regala? Il sabato è libertà pura. E’ sabato, ma potrebbe essere un sentiero che si perde nel bosco, una pagina piena di colori, una fetta di torta al profumo di mele, una canzone di vent’anni fa, un capriccio, una capriola.
(Fabrizio Caramagna) Credo che il sabato sia il mio giorno preferito. Per gli anni delle superiori ha avuto il fascino delle uscite serali e dei pomeriggi in centro al mercato con le amiche, dopo le ore di scuola. Durante l' università ha preso il pregio di essere il giorno senza lezioni, dei risvegli dolci e tardivi, dell'aperitivo e del cinema. Quando ero in Camerun il sabato era il giorno del mio laboratorio con i minori in carcere e dei giri la sera a salutare i ragazzi di strada. Poi è arrivato il lavoro e la scuola di specializzazione: sabati alternati tra colloqui e lezioni, tanta fatica ma tante soddisfazioni. Ora è restato con molto piacere un giorno lavorativo, ricevo il sabato mattina in studio e poi corro dalla mia famiglia, la sera pizza e se si riesce un film. È un giorno che proprio mi piace. E mentre aspetto il momento futuro in cui lo passerò preparando il pane e una crostata guardando fuori dalla finestra mia casa ideale immersa nel verde, mi continuo a godere la sensazione magica che mi regala! Da maggio, inaugureremo la "Rubrica del giovedì"! Sarà uno spazio dedicato alle famiglie (di ogni tipo!), ai genitori, ai figli, per parlare di tutto ciò che riguarda il crescere insieme.
Affronteremo varie tematiche, risponderemo alle vostre domande e cercheremo di confrontarci per far nascere spunti di riflessione e nuovi punti di vista! Non sarà una rubrica per soli genitori di figli piccoli ma ci piacerebbe che prendessero parola anche i genitori e i figli più "grandi"! Chi siamo? Oltre a me, ci sarà @annagigliarano_psicologa e @valentina_rocchio psicomotricista Saremo attive su Instagram ma potete lasciare commenti e domande anche qui! Avete presente quando vi succede qualcosa di bello? Le farfalle nello stomaco, la voglia di cantare e ballare, l'irrequietezza gioiosa che fa fremere e sorridere ...
A me succede sempre quando la mia amica che vive a 9000 e passa km di distanza mi scrive che sta per tornare non Italia e che finalmente ci vedremo. È una amicizia nata in età "adulta", ormai 9 anni fa, non abbiamo condiviso gli intensi anni dell'adolescenza e nemmeno la vita quotidiana degli anni della scuola o dell'università. Non ci siamo viste "crescere" ma già cresciute, non abbiamo condiviso le prime volte, ma le ennesime. Non è quel legame viscerale delle amicizie solide dell'infanzia ma non per questo è meno intenso. Non conosciamo a perfezione il rispettivo passato, non tutti gli errori fatti o i trofei vinti. È una amicizia che vive nel presente e nel futuro. La vita, il caso, il destino, Dio, hanno fatto incrociare le nostre strade, per poco, nemmeno un anno, e poi nuovamente su binari diversi. La lontananza avrebbe potuto portare la noia, la fatica, l'indifferenza. Ed invece ha aumentato la voglia di sentirsi, di condividere, di rivedersi. E non ha nemmeno impedito di ricevere a casa questo stupendo mazzo di fiori da parte sua per il mio compleanno. Io spero che mia figlia possa avere delle belle amicizie, che nascono sui banchi di scuola e poi non finiscono più. Ma le auguro anche di avere una amica che, su binari diversi a 9000 e passa km di distanza, la faccia cantare di gioia al pensiero di rivedersi. Non capirsi e litigare, capita a tutti, grandi e piccini. A volte le incomprensioni nascono perché i messaggi che inviamo e che riceviamo non sono chiari, vengono fraintesi.
Ho pensato allora ad una "to do list" di cose da fare prima di iniziare un litigio! 1) Sono sicuro che siamo entrambi concentrati sulla comunicazione che stiamo avendo? Stiamo facendo qualcosa che potrebbe distrarci da un ascolto attento? Prendiamoci il tempo e le energie giuste per parlare ed ascoltare! 2) Ho usato parole chiare, frasi complete, senza lasciare troppe deduzioni per dire quello che ho in mente? Posso dire la stessa cosa in modo da renderla più comprensibile per l'altro? Posso essere sufficientemente sicuro che l'altro abbia compreso? 3) Sono sicuro di quello che ho ascoltato? Ho bisogno di fare domande per chiarire e comprendere bene ciò che l'altro mi sta dicendo? 4)Ho prestato attenzione al tono della mia voce, a quella dell'altro, alle nostre posture, i nostri gesti, le nostre espressioni del viso? 5) Che emozione sento dentro di me? Come mi fa stare dire quello che penso e ascoltare l'altro? 6) Sono consapevole di qual è la mia intenzione, il mio bisogno, la mia richiesta? Se invece siete già dentro ad un litigio... vi rimando al post Litigi? Sì, grazie! dove troverete un breve vademecum per litigare meglio! Il papà sta sistemando il bucato ormai asciutto, Vera gli gironzola intorno desiderosa di aiutare e così il papà le dice "Vera, mi porti le altre magliette lavate?". Vera corre dritta verso la lavatrice ma ... è vuota! "Oh oh" commenta lei, alzando le manine con un'aria davvero sconfortata. Allora le spiego che il papà chiedeva le magliette sì lavate ma ormai asciutte, quelle sullo stendino. Ecco che allora ritrova il sorriso e saltella verso il papà con il suo bottino.
Se ci fossimo fermati un attimo prima, se non avessimo capito il malinteso e non avessimo spiegato meglio, se non fosse successo tra un papà e una figlia di due anni, ma tra due coetanei...cosa sarebbe potuto succedere? Magari il papà avrebbe potuto ripetere la sua richiesta, magari sarebbe arrivata l'irritazione (ma possibile che non capisce, che non MI capisce?) e la bambina si sarebbe potuta sentire a disagio, poco capace (come mai il papà si sta arrabbiando per qualcosa che non c'è?). Proviamo davvero a pensare quante volte una parola detta con una intenzione sia percepita in un modo diverso! E alle conseguenze che spesso sfociano in un litigio ( ti avevo detto, non hai fatto, non mi hai detto, non hai capito etc etc). Nella comunicazione c'è sempre una percentuale di errore nell'invio e nella ricezione del messaggio. Ecco perché, prima di dare vita ad un litigio, occorre fermarsi e provate a capirsi meglio! Mi piace molto cucinare, preparare dolci, provare sempre nuove combinazioni diverse di gusti e colori. Credo rientri proprio nel mio cassetto dei bisogni. Mi piace stupire i miei commensali, vedere che si stanno gustando ciò che ho preparato loro, coccolarli con una torta. Tante ricerche dicono che cucinare per gli altri è come prendersene cura, favorisce il benessere e funziona da antistress!
Sono partita da questo esempio per provare ad elencare alcuni dei bisogni psicologici che ci accomunano come esseri umani e che possono essere declinati in modi diversi! Eccone alcuni, per tutte le età: il bisogno di stabilità, di avere qualcuno che si prenda cura di noi, di empatia, di sentirci protetti e al sicuro, il bisogno di essere accettati e di sentirci parte di un gruppo, il bisogno di autonomia, di creare una nostra personalissima identità, di sentirci competenti, il bisogno di libertà nell'espressione, di spontaneità e gioco, il bisogno di avere dei limiti e l'autocontrollo. I bisogni cambiano a seconda delle età, dei momenti di vita, a volte ne sentiamo più forte uno, altre volte un altro! Nel mio piatto, quando cucino, metto sicuramente il bisogno di gioco e di competenza! 📝 Psicoesercizio In questo momento, quale bisogno sentite essere più forte? |
Emma Montorfano
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Febbraio 2023
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