Sin dalla preistoria c’è sempre stato nell’uomo il bisogno di rendere manifesto il proprio mondo interiore. Siamo abituati ad esprimere noi stessi attraverso le parole, i concetti e il ragionamento astratto, ma talvolta anche il movimento, i suoni, i colori e le forme possono aiutarci in questo obiettivo. Il linguaggio artistico permette infatti un’espressione diretta, immediata, spontanea, ed istintiva che non passa attraverso il canale verbale. Federico Babina, architetto ed illustratore, si è affidato al suo talento grafico per creare "ARCHIATRIC": una serie di immagini che cercano di rappresentare il disagio psicologico. «Ho voluto affrontare il rapporto tra creatività e psicopatologia attraverso l’illustrazione», spiega Babina. «Credo che il disagio psichico, anche se non in forma patologica, sia presente a vari livelli e in piccole quantità in ognuno di noi, è parte della nostra vita e non va stigmatizzato». Così le illustrazioni danno una possibile forma a stati emotivi, malessere, disagi e disturbi psicologici, come ansia, depressione, fobia, demenza senile: «Un esercizio astratto di traduzione da una lingua all'altra, dall'architettura della mente a un'architettura illustrata».
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Io ricordo. E la memoria è un sollievo per il mio essere in trasformazione. I ricordi raccontano di me e di quello che ero. A volte, quando chiudo gli occhi e sogno, raccontano anche di quello che sarò. La memoria puo’ essere paragonata a un enorme magazzino all’interno del quale l’individuo conserva tracce della propria esperienza passata. Ma non è un archivio statico e passivo, bensì un costruttore attivo di rappresentazioni sul mondo. Questo significa che le esperienze che viviamo e che conserviamo in memoria hanno una influenza sul nostro modo di pensare e di agire. Inoltre i ricordi sono costituiti anche da vissuti emozionali, che a loro volta hanno un impatto profondo con ciò che proviamo nel presente.
Nel percorso terapeutico, le persone affidano i propri ricordi, soprattutto quelli più significativi e/o dolorosi, allo psicologo. Alcune persone continuano a soffrire per un evento anche a distanza di moltissimo tempo dall’evento stesso. Spesso riportano di provare le stesse sensazioni ed emozioni negative e di non riuscire per questo motivo a condurre una vita soddisfacente dal punto di vista lavorativo e relazionale. In questi casi, quindi, il passato è presente. Altre volte si preferisce chiudere i ricordi dietro una porta, sperando di non soffrire più, ma loro continuano a bussare. Quando le esperienze passate interferiscono in modo da produrre malessere nel presente e in ottica futura, lo psicologo accompagna la persona ad affrontare i ricordi non elaborati, che possono dare origine a molte disfunzioni. Di cosa abbiamo bisogno quando viviamo un’esperienza dolorosa? Avere una persona con cui parlare dei propri pensieri e sentimenti. È importante infatti considerare il fatto di aver bisogno di un aiuto di una persona di fiducia per superare il momento. Cercare di mantenere la routine quotidiana, anche se le nostre capacità potrebbero risentirne. Essere consapevoli che, anche se le reazioni e le emozioni sono forti, questo è normale. Può essere un lavoro terapeutico lungo, faticoso e doloroso. Occorre quindi concedersi il tempo necessario per trovare le risorse giuste e dare nuovi significati ai propri ricordi. |
Emma Montorfano
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Febbraio 2023
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