Una delle emozioni che può capitare di provare più spesso in questo periodo è lo sconforto. Possiamo definirlo come un grave avvilimento, un profondo abbattimento morale, che comporta amarezza, demoralizzazione, perdita di fiducia e speranza. Ma cosa possiamo fare? Se consideriamo lo sconforto la risposta emotiva di un processo che inizia con uno stimolo (nel nostro caso la situazione attuale di pandemia), possiamo intervenire su questi livelli: 1) capire meglio la situazione. Non possiamo di certo modificarla perché non dipende da noi ma possiamo osservare quali caratteristiche sono connesse con la nostra emozione 2) riflettere sui nostri pensieri che possono influenzare la risposta emotiva 3) osservare ed eventualmente modificare come il nostro corpo si sente 4) domandarci cosa lo sconforto ci sta comunicando. Partiamo dal primo punto. Questa situazione è molto complessa, ci sono molteplici fattori in gioco ( sanitari, psicologici, sociali, relazionali, economici, politici, ambientali...) e tenere tutto insieme non è per nulla facile. Proviamo allora a circoscrivere l'area e a trovare quali caratteristiche della situazione ci portano sconforto. 👉🏻Può essere non vederne una fine vicina. O il fatto che i contagi stanno aumentando, o ancora può essere vedere che non c'è stata ancora una strategia efficace al 100%. Individuare queste caratteristiche ci aiuta a trovare poi i pensieri che sono collegati a noi e che entrano in gioco nel processo emotivo. 👉🏻Se non vedo una fine, allora potrebbe venirmi il pensiero che forse tutto è destinato a restare immutabile e, così anche noi. Se vedo che i contagi stanno aumentando, posso pensare che toccherà prima poi a tutti, anche a me, è inevitabile. Se mi rendo conto che non c'è ancora una strategia vincente, posso pensare che anche i miei sforzi sono serviti a niente. Ed ecco arrivare lo sconforto... 👉🏻 Sentirò il corpo lento, pesante, deattivato, spento, stanco. I battiti del cuore rallentati, i muscoli molli. Arriverà qualche sospiro, uno sbadiglio, la voglia di riposare o magari di piangere. Posso stare in ascolto per qualche minuto di queste sensazioni. Quando sentirò di averle ascoltate a sufficienza, posso decidere di fare qualcosa di attivante: guardare un film divertente, ridere, muovere il corpo, ballare, ascoltare musica energica, cantare, impastare, pulire casa, giocare! E alla fine prestare attenzione a come il corpo si è modificato...le sensazioni connesse con lo sconforto sono diminuite,vero? Arrivati a questo punto è importante capire cosa ci sta comunicando questa emozione. 👉🏻Riprendiamo i pensieri che abbiamo trovato e proviamo a dare loro un senso. Non vedere la fine di qualcosa di negativo è devastante. Forse abbiamo bisogno di ridimensionare il nostro tempo e di trovare progetti da realizzare più a breve periodo. Non possiamo pensare già alla grigliata di Pasquetta o alle vacanze estive come eravamo abituati, ma possiamo programmare qualcosina di gratificante per il tempo libero della settimana. È molto difficile, perché spesso le decisioni politiche avvengono da un giorno all'altro, così come l' andamento dei contagi cambia rapidamente, mentre noi siamo abituati a ragionare sul lungo periodo. Che di tratti di vita personale o lavorativa, spesso a inizio anno già abbiamo pianificato molto i mesi che verranno. Ma se provassimo a cambiare prospettiva? Se pensiamo che non c'è stata ancora una strategia vincente possiamo arrivare alla deduzione che anche i nostri sforzi sono stati vani e magari ci viene voglia di non seguire più tutte le precauzioni Forse abbiamo bisogno di trovare un nuovo senso a quello che stiamo facendo. Magari quello che la singola persona ha fatto non ha cambiato le carte in tavola a livello nazionale ma sicuramente, restringendo il campo, ha portato dei benefici nella propria cerchia. 👉🏻Se lo sconforto ci sta dicendo tutto questo, ascoltiamolo, prendiamoci una pausa per riposare, capire quali sono i nostri bisogni e proviamo poi a cambiare prospettiva. Se avete domande o dubbi, scrivetemi! Lo sconforto non tiene mai conto del firmamento
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La situazione che stiamo vivendo a causa del Covid, attiva in noi risposte diverse. C'è tutto un ventaglio di emozioni che possiamo provare: paura, rabbia, dolore, frustrazione, ansia, fastidio, preoccupazione e così via. Quasi sempre ci riferiamo alle emozioni come a degli "stati" ma in realtà sono dei processi. Quello che proviamo è solo l'esito di un percorso che prende avvio di fronte ad uno stimolo e coinvolge anche una valutazione cognitiva. Essendo processi, possono avere una durata variabile a seconda della persona, del contesto, delle relazioni. Inoltre, da uno stesso stimolo attivatore, possono essere elicitate emozioni diverse, sempre in virtù di variabili individuali e contestuali. Ecco perché in questa situazione, una persona può provare rabbia, un'altra paura, una terza entrambe. Ma perché sono così importanti queste emozioni e noi psicologi ne parliamo così tanto? Perché ci comunicano che qualcosa è cambiato e, a seconda della nostra risposta, possiamo capire come agire.
📝 Psicoesercizio Quale emozione vi suscita maggiormente la situazione che stiamo vivendo? Oggi abbiamo sfruttato l'ultimo giorno per stare nelle aree gioco del parco. A Vera piace la casetta vicino allo scivolo. Ci si siede, guarda fuori e quando mi vede tra le finestrelle si mette a ridere. Anche all'asilo si rifugia nella casetta, quando è stanca si sdraia e mi aspetta così.
La casa dovrebbe essere questo: un luogo sicuro. Ma rimanere forzatamente dentro casa può attivare risposte di stress e allarme. Vi rigiro allora questo esercizio della SISST Società Italiana per lo Studio dello Stress Traumaticopubblicato sul loro sito (www.sisst.it/sisstlab/) per ridare una sensazione piacevole e confortevole all’essere ed allo stare in casa, che potete fare anche con i vostri bambini. 🏠Cercate dentro casa un posto dove vi sentite al sicuro.Osservate con curiosità in quale parte della vostra casa vi sentite più a vostro agio. 🔍Quando avete trovato questo luogo, osservatelo bene e notate quali sono le caratteristiche che vi fanno sentire a vostro agio: oggetti, odori, colori. Scegliete una caratteristica alla volta (ad esempioun oggetto colorato) e osservatelo, tenetelo inmano se è possibile, sentitene la consistenza, notate le sensazioni corporee che vi da questo oggetto. Se si tratta di un luogo e non di un oggetto, osservate cosa di questo luogo vi fa sentire in una situazione di comfort 🧠Concentratevi. 😌Cosa succede nel vostro corpo? Notate come questo oggetto vi dia una sensazione di sicurezza e calma: come sentite questo nel corpo? Magari diminuisce la tensione, il respiro è più regolare, avete una sensazione di calore, arriva un sorriso. 👓Osservate tutte le risposte corporee che emergono. ☀️Mettete da parte pensieri ed emozioni, rimanete in contatto solo con le sensazioni corporee positive che questo oggetto attiva. 👉🏻Nota bene: Se notate che aumenta il battito o la respirazione o al contrario sentite tristezza o le spalle che“cadono sotto un peso impossibile”, significa che dovete cambiare luogo o oggetto. E ricominciare la vostra esplorazione alla ricerca del benessere. Per andare al mercato di quartiere del mercoledì devo attraversare il parco. Un "dovere" che in alcuni giorni, quando si ha fretta o piove, diventa scomodo. Oggi invece ho voluto provare un approccio diverso, creativo, che mi permettesse di vedere le cose da un'altra prospettiva. Sapete che la creatività è un fattore importante per il processo resiliente? Alleniamoci insieme allora!
📝 Psicoesercizio Pensate ad un "passaggio obbligato" che dovete percorrere per raggiungere la vostra meta. Prendetevi cinque minuti e fermatevi lì. Lasciate per un attimo da parte l'arrivo. Osservate ciò che avete intorno, i suoni, gli odori, i colori. Cosa colpisce la vostra attenzione? Lasciatevi coinvolgere e guidare dalla vostra curiosità! Adesso potete riprendere il cammino. Che effetto ha avuto? I crocus, insieme alle primule, sono i fiori che annunciano l'arrivo della primavera. Sbocciano quando ancora l'aria è fredda e si fanno largo tra le foglie secche che ancora ricoprono il terreno.
Sono fiori piccini, non hanno un alto gambo, ma se li vediamo, capiamo subito che si avvicina il cambio di stagione. Anche il cambiamento in terapia avviene a passi. Si inizia un pezzettino alla volta. A volte fatichiamo a riconoscere i primi passi, perché sono piccoli (ma importantissimi), magari nascosti sotto i rimasugli dell'inverno, o perché la nostra attenzione è concentrata su altro. I primi passi possono essere tanti. 👉🏻Può essere avere un sonno più ristoratore. Può essere dire sì/no quando davvero lo sentiamo, anche solo una volta. Può essere un gesto di cura verso noi stessi (che sia un po'di tempo per le nostre passioni, un regalo, un gesto). Può essere vedere le cose per la prima volta da una prospettiva diversa. Può essere non avere più quel mal di testa o mal di stomaco fissi, ma a giorni alterni. Può essere reagire diversamente ad una situazione, anche solo una volta, che ci sembra un caso. Può essere prendere consapevolezza di una nostra emozione, fa niente se poi ci comportiamo come sempre. Può essere fare una cosa diversa dal solito, cinque minuti bastano. Può essere rispettare un nostro bisogno, anche solo per una volta. La lista sarebbe lunghissima! 📝 Psicoesercizio Potete riconoscere o trovare qualche "primo fiore" del vostro cambiamento? |
Emma Montorfano
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Febbraio 2023
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