Vi è mai capitato di non riuscire ad essere di supporto per un amico perché già presi dai vostri problemi? O di non riuscire a condividere la felicità per qualcosa di bello accaduto all'altro perché avevate appena vissuto qualcosa di doloroso? Immagino che la risposta sia affermativa per la grande maggioranza. Ciò che di prova può essere molto complesso, un mix di invidia, senso di colpa, frustrazione, rabbia, tristezza... Come mai? Da un lato ciò che proviamo ci dice che c'è qualcosa che non quadra " perché non riesco ad essere felice per i miei amici"? a livello relazionale, perché ci sembra che non dovrebbe essere così. Siamo animali sociali, viviamo nelle relazioni ed essendo importanti per noi, fiutiamo quando c'è qualcosa che non va come vorremmo. Dall'altro lato, ci siamo noi nella nostra individualità, con le nostre fatiche, i nostri problemi, le nostre ferite che chiedono di essere curate. Questo richiede tanto tempo e spazio. A volte può capitare di concederseli, altre volte ci sentiamo egoisti e sbagliati e chiudiamo tutto in un angolino per tornare ad esserci per gli altri... ma in modo autentico? A che prezzo? Può essere utile chiederci: quando riusciamo/non riusciamo a concederci il tempo per curare le nostre ferite? Cosa ci spinge verso l'una o l'altra scelta?
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Emma Montorfano
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Febbraio 2023
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