Fino a pochi anni fa non mi piaceva proprio il mese di novembre: senza più l'aria frizzante che annuncia l'autunno di ottobre e senza ancora l'atmosfera natalizia che accompagna dicembre. Inizia il freddo, le giornate sono più corte, si è nel pieno degli impegni lavorativi e scolastici. È anche il mese in cui ho perso mio papà, diciamo che non è mai stato per me un mese "simpatico". Eppure da qualche tempo l'ho rivalutato. È diventato il mio mese "malinconico": colori così intensi come forse in nessun altro momento dell'anno, come ricordi ancora vividi, che si stagliano su un cielo spesso nebbioso ed opaco (soprattutto qui in città al mattino), come un velo di tristezza per qualcosa o qualcuno che non c'è più. Il termine melanconia arriva dal greco "bile nera". La malinconia non è una tristezza qualsiasi: come scriveva Victor Hugo, "la malinconia è la felicità d'essere tristi", una tristezza dal sorriso mesto, densa di riflessioni ben capaci di arricchire. E se dietro ogni emozione c'è un nostro bisogno, ecco che ho trovato il mio.
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Emma Montorfano
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Febbraio 2023
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