Nessun genitore riceve un libretto d’istruzioni con l'arrivo di un figlio: ci sono cose che si imparano, alcune vengono meglio e con facilità, altre meno. Spesso sono i "capricci" a mettere in difficoltà i genitori. Maria Montessori, fra le primissime donne italiane a laurearsi in medicina e a dedicarsi allo studio dell'educazione dei bambini, nega l'esistenza dei capricci così come noi adulti li intendiamo e ci sprona a vederli sotto un'altra prospettiva. Ella afferma che il "capriccio" è una difficoltà di comunicazione o una comunicazione non efficace. Il pianto infatti è l’unico modo di comunicazione che un neonato possiede ed è fondamentale fermarsi e cercare di capire cosa ci sta dicendo. Scrive la Montessori: Quando ostacoli esterni impediscono la naturale attività vitale della "crescenza" cioè della conquista attiva dei caratteri, possono sorgere reazioni dolorose e violente del bambino. Non essendoci note le cause di tali reazioni, noi le giudichiamo senza causa e le misuriamo dalla loro resistenza a cedere ai nostri tentativi per calmarle. Con il termine vago di capriccio noi chiamiamo dei fenomeni che differiscono molto tra di loro ma che consideriamo tutti non avere una causa apparente (Montessori, Il segreto dell'infanzia) Quel pianto e quel comportamento che al genitore sembrano negativi ed irrazionali vanno letti come l’espressione di un desiderio del bambino perfettamente logico ed equilibrato, ma che l'adulto fatica a comprendere immediatamente. La mancata comprensione, specie nel caso di un bambino piccolo, è dovuta all' incapacità del neonato di comunicare in maniera a noi comprensibile (per le carenze che ancora ci sono nel linguaggio verbale). I capricci sono espressione di bisogni insoddisfatti che creano uno stato di tensione, allarme di una condizione errata, di un pericolo, rappresentano un tentativo dell'anima di chiedere, di difendersi e spariscono immediatamente se v'è stata la possibilità di comprenderli e di soddisfarli. L'adulto deve essere disposto all'ascolto, avere il tempo per fermarsi ad ascoltare, cercare di interpretare i bisogni del bambino per seguirlo ed assecondarlo con le proprie cose, conoscere i suoi tempi e il suo modo di sviluppo, preparargli un ambiente adatto. Solo così si può iniziare una nuova epoca nell'educazione, quella dell'aiuto alla vita. Se ci troviamo di fronte a bambini difficili o capricciosi, cerchiamo la ragione del loro carattere nella vita che hanno vissuto precedentemente (Montessori, La mente del bambino pag.195 )
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Virginia
4/18/2019 11:43:02 am
Mi piace.
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Emma Montorfano
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Febbraio 2023
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