Ieri Vera ha preso un mestolo in mano e ha fatto finta di telefonare alla nonna! È il cosiddetto gioco simbolico, del fare finta che. I bambini usano degli oggetti non per la loro reale funzione, ma immaginando che sia altro. Il divano diventa un'isola sperduta nel mare e loro dei pirati all'arrembaggio, un mestolo diventa un cellulare, foglie e sassi una delizia da cucinare con cura e servire agli entusiasti commensali. È una tipologia di gioco davvero molto importante per i bambini, per la loro crescita emotiva e relazionale. Ed è strabiliante osservare come loro ci credano davvero, di essere dei pirati, dei cuochi, di star parlando con la nonna al telefono. I gesti, le espressioni, tutto sembra reale. Come se bastasse immaginarlo perché esista.
Quanto spesso capita anche a noi di perderci tra i nostri pensieri? Immaginarci "come se..." , in un altro luogo, con altre persone, in situazioni diverse, con quello che desideriamo e così via? Come per i bambini, anche per noi è importante immaginare. Perché? Perché l'immaginazione aiuta a formare un pensiero, a rendere più "possibili" delle situazioni, a farle diventare più facilmente accessibili. E se credo che siano realizzabili e già mi sono visto nella mia testa a fare quella cosa lì, sarò più predisposto a cercare tutte le risorse, personali o esterne, che faranno sì che quella situazione si avveri. Questo vale sia per le situazioni desiderate che per quelle temute, con esiti opposti. Più temo una cosa, più il mio comportamento sarà guidato a continuare a temerla e inciamperò in situazioni che mi confermeranno il mio pensiero, solidificandolo. Né mi attiverò affinché qualcosa cambi: se immagino che andrà male, perché fare qualcosa? Sarà inutile, ci diciamo. E l'esito sarà proprio quello negativo. In psicologia si chiama profezia che si autoavvera. I bambini già lo sanno ed infatti giocano solo cose belle.
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Emma Montorfano
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Febbraio 2023
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