Anni fa, durante la stagione estiva, mi piaceva partecipare ai mercatini all'aperto dove esponevo le bigiotteria che creavo. Mi ricordo di una signora sulla settantina, bancarella vicino alla mia: parlando del più e del meno, mi disse che aveva perso suo marito e che iniziare a creare orecchini l'aveva salvata dal morire anche lei. Io stavo scrivendo la mia tesi su trauma e resilienza e quella è stata per me una confidenza preziosissima.
La morte di una persona che si ama lascia un vuoto enorme. E in quel vuoto molto spesso ci si cade dentro. Si perde il senso del tempo, il futuro sembra non esistere più e il presente non viene vissuto perché immersi nel passato, nei ricordi felici. Questa signora un giorno, per caso, si era messa a giocherellare con pietre e fil di ferro: con le mani, ha ripreso contatto con il presente, con il qui ed ora, con i suoi sensi. Le mani l'hanno fatta risalire dal vuoto, l'hanno messa in connessione con la realtà davanti a lei. E dal buio, dal nulla, ha iniziato a dare forma a qualcosa di reale e tangibile. Qualcosa di concretamente "vivo" davanti a lei. E piano piano ha ripreso anche lei a vivere.
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Emma Montorfano
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Settembre 2021
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